mercoledì 10 giugno 2020

Sintesi finale - STEP #24

Dall'arabo "sifr" e dal Latino "zephyrum", cioè segno aritmetico che di per se non ha valore, lo zero trova definizione in diverse discipline: matematiche, filosofiche, artistiche, religiose. 
In questo percorso ho avuto l'opportunità di mettere a setaccio la parola in questione, studiando e approfondendo ogni sua sfaccettatura sotto diversi punti di vista. 
Si è iniziati con un primo approccio etimologico della parola, grazie al quale è stato possibile osservare le molteplici declinazioni che essa può assumere, spaziando in diversi campi semantici: dalle varie proprietà matematiche alle più complesse applicazioni filosofiche fino alla "nullità" dell'universo.
Sin dalla definizione etimologica e concettuale ci si rende conto che il simbolo che rappresenta la parola è proprio sinonimo di perfezione e immutabilità, una sorta di "inclusione" del niente, essendo il circolo a racchiudere il vuoto. 
Da questa osservazione grafica si trovano ben più approfondite discussioni in ambito della nullità, sia in campo religioso (basti pensare a Sant'Agostino per il quale la finitezza delle creature è sintomo dalla loro derivazione dal nulla, e proprio l'uomo al momento della creazione si colloca in uno spazio tra il nulla e Dio), sia in campo filosofico, come può essere testimoniato da Henri Bergson, il quale sostiene che il nulla relativo derivi dalla delusione di un'aspettativa e che descrive la mancanza personale di qualcosa.
In ambito letterario possiamo rintracciare la presenza del concetto già nel grandioso poema epico con il mito di Polifemo e l'astuto Ulisse, sotto il falso nome di "Nessuno", o ancora, in Leopardi, che nello Zibaldone cerca di trovare risposta ai suoi dilemmi denunciando la nullità dell'uomo rispetto al cosmo.
Platone, tuttavia, nel Sofista, si imbatte in una digressione filosofica sulla contrapposizione tra l'essere e il non essere, il quale non può avere parte né dell'unità né della molteplicità, ma può essere definito solo ricorrendo al numero. 
In ambito artistico, il concetto del nulla, come per esempio per Lucio Fontana, è celato dietro una serie di tagli incisi su una tela che raffigurano nello stesso momento l'astrazione dell'annullamento e della costruzione, simbolo di uno stretto rapporto tra essenza e forma.
D'altronde lo zero, nella sua definizione etimologica, è maggiormente associato a un campo semantico scientifico, come, per esempio, l'informatica, la matematica e il progresso scientifico.
Molteplici sono le formule matematiche e fisiche che descrivono una particolare essenza della nostra vita, come nel caso della morte termica, che correlando i principi matematici e teorici, spiega come sia probabile arrivare a una possibile saturazione dell'entropia e l'esaurimento di energia libera nell'universo.
Tuttavia, le formule matematiche sono state oggetto di approfonditi studi e previsioni statistiche nella prima parte dell'anno 2020, a causa della pandemia Covid-19, che ha impegnato molti ricercatori e studiosi a proporre previsioni sull'indice di riproduzione di base del virus.
Pertanto, nella vita quotidiana, possono essere rintracciati molteplici esempi del concetto in questione, come, per esempio, in spot pubblicitari, film e serie televisive, o ancora, in dibattiti matematico-filosofici di studiosi come Odifreddi.
In aggiunta, una tematica ampiamente discussa in ambito informatico è proprio l'intelligenza artificiale e su i suoi possibili sviluppi negativi o positivi, determinati proprio dall'uomo stesso e dall'utilizzo che se ne vuole fare di essa.
La disciplina informatica, oltre ad avere svariate applicazioni pratiche, è basata su dei principi etici che tutelano la privacy e proteggono gli utenti da un utilizzo malevolo e controversie morali oltre a garantire un proficuo sviluppo della stessa.

In generale si può pensare a una visione concettualmente ampia della parola "zero" (schematizzata in una mappa concettuale e un abbecedario) che spazia in molteplici ambiti semantici, come abbiamo visto, non solo in campo matematico-scientifico ma soprattutto in ambito filosofico, proprio come la disciplina dell'ingegneria che trova le sue applicazioni, sì, in situazioni pratiche e tecniche della vita, ma, ancora più importante, queste vengono trovate su una base etica e filosofica applicando conoscenze tecnico-scientifiche con ingegno ed efficacia. 

venerdì 5 giugno 2020

giovedì 4 giugno 2020

Il ragazzo simbolo di un'umanità perversa - serie TV - STEP #22

Prima puntata: un essere fuori dal comune

Peter-e non è un ragazzo come tutti gli altri, ma l’essere fuori dal comune lo rende vulnerabile a discriminazioni e esclusioni sociali da parte dei suoi compagni di scuola. Egli, a causa di una malformazione genetica, è stato costretto a farsi impiantare un braccio robotico frutto di una sperimentazione da parte di suo padre, direttore di un’azienda in via di sviluppo produttrice di parti meccaniche che sfruttano l’intelligenza artificiale.

Seconda puntata: un’intelligenza alquanto speciale

La protesi impiantata non era un semplice braccio meccanico. E’ un sofisticato sistema elettronico neurologicamente collegato al cervello in grado di controllare azioni e pensieri dell’individuo. Il giovane manifesta da subito atteggiamenti anormali e azioni fuori controllo che non vengono giustificati dal padre, bensì celati e fatti passare per una malattia psicofisica del figlio.

Terza puntata: la creazione di un essere mostruoso

Dal continuo tergiversare della questione da parte del genitore del ragazzo, si rivela subito una conseguenza potenzialmente dannosa per l’intera umanità: il giovane, che ha sviluppato una capacità di autoapprendimento e di sviluppo molto più rapida di quella di un comune umano, è ora in grado di controllare e manipolare anche le azioni altrui. Presto il mondo intero sarà a suo servizio.

Commento:

L’intera storia potrebbe essere vista come un’allegoria delle negative o positive potenzialità dell’intelligenza artificiale. Le conseguenze saranno sicuramente positive, a patto che le intenzioni da parte dei ricercatori e le potenziali capacità delle macchine create siano rese note e non nascondano dannose finalità.

mercoledì 3 giugno 2020

Etica informatica - STEP #21

Contestualizzando nuovamente il concetto di zero in ambito informatico (argomento che tocca moltissimo ognuno di noi in questi tempi) si potrebbe parlare del rapporto tra etica e informatica.

 
Il concetto di etica informatica è stato sviluppato alla fine degli anni ’70, quando i computer erano ancora neonati e non esisteva il medesimo rapporto uomo/macchina a cui oggi siamo abituati. Già allora si intuiva quanto impattante avrebbe potuto essere l’information technology sulla vita quotidiana, scatenando domande e perplessità anche di tipo morale.

Lo sviluppo dell’etica informatica va di pari passo con l’evoluzione tecnologica dei computer. Questi strumenti, divenuti oggi di uso comune, sono da sempre soggetti a controversie morali, legate a un loro frequente utilizzo malevolo.


Già nel 1978 si parla di etica dei computer, arrivando a una vera e propria definizione dei comportamenti da mantenere durante il loro utilizzo verso i primi anni ’90. La teoria, che oggi si è evoluta per coprire tutte le sfaccettature implicite nell’approccio al digitale, si propone di sensibilizzare le persone da un punto di vista soggettivo, professionale e sociale.

Nel 1992 sono stati scritti i dieci comandamenti dell’etica informatica che delineano, in generale, i principi che tutti dovrebbero rispettare durante l’utilizzo del calcolatore:

·      il computer non deve essere usato per arrecare danno agli altri;
·      evitare di infastidire gli altri intervenendo sul loro lavoro durante l’uso del pc;
·      rispettare la privacy dei file altrui;
·      il computer non deve essere usato per commettere furti;
·      il furto d’identità non è etico;
·      evitare programmi software non regolarmente acquistati o detenuti;
·      usare risorse informatiche altrui solo se in possesso di un’autorizzazione;
·      rispettare la proprietà intellettuale altrui;
·      pensare sempre alle conseguenze sociali dei programmi che si scrivono;
·      il computer deve essere usato in modo rispettoso.

Tali principi sono tutt’ora validi, ma dovrebbero essere ulteriormente espansi per regolamentare l’utilizzo dei social, la raccolta dei dati personali, il marketing digitale e tanti altri aspetti figli del web 2.0.