lunedì 23 marzo 2020

Tra passato e presente: derivazione del termine e prime comparse nella letteratura. -STEP #01bis


Analisi etimologica:

La derivazione del termine zero è sicuramente da cercare nelle lingue nordafricane, dal momento che i popoli intorno l’Arabia furono i primi ad interessarsi alla matematica ed alla cifratura. Alcuni sostengono che la parola derivi dall’ebraico “ZER” circolo, corona; altri invece rintracciano un collegamento etimologico nella lingua araba, dove la parola “SIFR” “CIFRUN” sta per Zefro Zefiro (dal lat. Zephyrum), segno aritmetico che di per sé solo non ha valore.
Anche la parola “CUNYA” ha parimente i due significati: vuoto e zero.
Giova qui notare che la voce cifra” ha la stessa origine, ma significato differente, esprimendo essa stessa la figura, il segno numerico in generale, e che il sistema di numerazione venne a noi dall’India passando per l’Arabia.

Traduzione nelle altre principali lingue:

Come per l’Italiano, anche nelle altre lingue europee più importanti, lo zero viene scritto nella stessa identica maniera, essendo, quasi tutte, lingue di derivazione latina (come per esempio in Inglese, Francese, Spagnolo).
Particolarmente interessante risulta essere, invece, la traduzione nella lingua Tedesca, dove esso viene indicato con la parola “null”. Potremmo etimologicamente collegare questa parola a “nullus”, in latino, che significa proprio nulla, nessuno, ed osservare che la definizione di questa parola appartiene comunque al campo semantico della “nullità”.

Prime apparizioni nella letteratura:

Non prima del sesto secolo della nostra era questo “segno tondo” era stato menzionato, segno che rappresenta il nulla, ma senza il quale non sarebbe possibile adoperare il sistema decimale nei calcoli.
La parola si incontra per la prima volta in un trattato d’aritmetica scritto dal maestro Iacopo nel 1307, nel quale si legge << chel zeuero per se solo significa nulla, ma è potenzia di farlo significare >>, e in altro del 1340, dov’è detto che lo zero è chiamato << in lingua greca cifra, ovvero circhulo e alcuno lo chiama nulla >>.




Maestro Iacopo


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