giovedì 28 maggio 2020

Lo Zibaldone "del nulla" - STEP #20

Giacomo Leopardi


Un eclatante e ricercato esempio del concetto di zero ritrovato all'interno della raccolta di pensieri di Giacomo Leopardi, lo Zibaldone, è proprio testimoniato da questa sua citazione, dov'egli si interroga ampiamente anche su cosa ci attende dopo la morte, trovando soluzione al dilemma, ancora una volta, nel nulla:




"Tutto è nulla al mondo, anche la mia disperazione, della quale anche savio, ma più tranquillo, ed io stesso certamente in un'ora più quieta conoscerò, la vanità e l'irragionevolezza e l'immaginario. Misero me, è vano, è un nulla questo mio dolore, che in un certo tempo passerà e s'annullerà, lasciandomi in un vuoto, e in un'indolenza che mi farà incapace anche di dolermi. "
(Giacomo Leopardi – Zibaldone)

mercoledì 27 maggio 2020

L'utopica realtà del mondo delle macchine - STEP # 19

Contestualmente al rapporto tra “zero” in informatica e la vita quotidiana si potrebbe riscontrare il concetto nell’ambito dell’intelligenza artificiale e nell’utopica situazione in cui le macchine sostituiranno gli uomini nel mondo del lavoro.

E’ ciò solo un pensiero utopico o potrebbe addirittura diventare realtà?


Rivoluzione industriale
Si tratta di una questione con cui l’umanità è costretta a fare i conti fin dalla rivoluzione industriale dell’800, e che, legata al tema dell’intelligenza artificiale, è tornata oggi di grande attualità.
Gli apocalittici non hanno dubbi: man mano che l’Ai progredirà, meno persone avranno accesso al mondo del lavoro. Ma la questione non è così semplice.
Se è pur vero che una rivoluzione è in atto, abbiamo tutti i mezzi sin d’ora per compensare chi perderà il proprio lavoro: una tassa sui robot, per esempio, non è un’idea così distante dalle prospettive future.
I più ottimisti sono persino convinti che saranno i robot a salvare il mondo del lavoro, cosa che in parte sta già accadendo in alcuni paesi del Sol levante come il Giappone, in cui le medie imprese hanno pianificato l’acquisizione di robot a tutto spiano per sostituire gli operai che non trovano più.
Il Giappone – come l’Italia, la Corea del sud e tanti paesi occidentali – sta diventando una nazione sempre più vecchia, in cui il numero di lavoratori è destinato, secondo i dati di un rapporto di Mc Kinsey, a diminuire sensibilmente entro il 2040. Di fronte a questo scenario, l’entrata dei robot in azienda è una soluzione tutt’altro che tragica.
Certo, ci sono ancora alcune criticità da risolvere, ma la questione primaria, a questo punto, è fare in modo che l’umanità tragga dall’intelligenza artificiale i maggiori benefici possibili.
Prima di tutto, come ricorda Enrico Marro in un articolo pubblicato sul Sole24ore, basterebbe seguire i consigli dell’Onu, che ha suggerito di abbracciare la rivoluzione digitale a partire dai banchi di scuola: c’è bisogno di creare le competenze necessarie per lavorare con le nuove tecnologie.
Della stessa idee erano già i 400 scienziati – tra cui Stephen Hawking – che nel 2015 firmarono un importante documento in cui venivano stillati punto per punto i benefici che l’umanità potrebbe trarre da queste tecnologie.
Intelligenza artificiale 
Ed è innegabile come già oggi i robot vengano utilizzati in condizioni di lavoro pericolose, per piccole pulizie domestiche o come esoscheletri e dispositivi di riabilitazione.
Insomma, l’intelligenza artificiale rappresenta una risorsa e non un rischio.
Un discorso più approfondito può e deve essere invece affrontato sulla                                                                       questione del libero arbitrio.

Le macchine oggi sono in grado di vedere, sentire e leggere dando un senso a informazioni con un’efficienza che la maggior parte delle volte un umano non potrebbe eguagliare: regolare questo strumento per fare in modo che non si dimostri un’arma a doppio taglio, proprio riguardo la loro libertà d’azione, è una delle vere sfide del nostro tempo.

maggiori approfondimenti sull'intelligenza artificiale:

martedì 26 maggio 2020

Matematizzazione dell'universo - STEP # 18

Edmund Husserl
La prima opera di Husserl, filosofo che ha dato molta ispirazione alla filosofia contemporanea, è la “Filosofia dell'aritmetica, che é dedicata a Brentano, dal quale Husserl riprende il concetto di intenzionalità come carattere costitutivo degli atti psichici che 'tendono' sempre necessariamente verso il loro oggetto. Su questa base, Husserl considera la genesi del concetto di numero : esso a suo avviso deriva da un atto unitario della mente, che dirige intenzionalmente la sua attenzione su molteplicità di oggetti riuniti in 'aggregato' specifico (ad esempio un insieme di mele). A partire da questo, esso procede a ricavare per astrazione il concetto generale di aggregato, concepito come collegamento collettivo delle unità costitutive di una molteplicità; procedendo a contare tali unità, si arriva al concetto di numero. Husserl riconosce l' esistenza autonoma dei numeri come forme generali, cioè come strutture rappresentative costanti del soggetto, le quali condizionano l'attività conoscitiva, ma nella misura in cui descrive tali strutture nella loro genesi e organizzazione mentale, resta ancora vincolato allo psicologismo.

(In seguito ad una recensione critica di Frege, apparsa nel 1894, che Husserl rimprovera di confondere ancora il piano logico con quello psicologico, e alla lettura di Bolzano, Husserl si allontano a poco a poco dallo psicologismo. Riconosce che la logica per compiere ragionamenti o deduzioni corrette, ma ha a che fare anche con il significato dei concetti e, quindi, con il loro contenuto oggettivo. Si pone dunque la necessità di affrontare il problema delle relazioni tra logica e psicologia e Husserl lo fa con lo scritto Ricerche logiche.)

maggiori dettagli della sua filosofia:

mercoledì 20 maggio 2020

Numero e lettere: ABC dello zero - STEP #17

Assoluto
Binario
Carattere
Decodificare
Effimero
Fantascienza
Grandezza
Hacker
Inconsistenza
Limite
Morte termica
Nullità
Origine
Privazione
Quantità
Reale
Sublime
Teorema
Unicità
Valore
Zellini

lunedì 18 maggio 2020

Odifreddi: un testimonial d'onore - STEP #16

L'unica critica, benché sostanziale, che si possa oggi fare a Parmenide è di aver confuso la sintassi con la semantica e di non aver capito ciò che aveva dimostrato: non la contraddittorietà del non-essere come entità, ma l'inconsistenza dell'esistenza come predicato. Non bisogna comunque essere troppo severi con Parmenide, benché la sua incomprensione ontologica del non-essere abbia avuto il bel risultato di impedire per quasi due millenni lo sviluppo di una concezione occidentale dello zero in matematica e del vuoto in fisica.


Odifreddi in uno dei suoi dibattiti matematico-filosofici
Questa è una delle tante citazioni di Piergiorgio Odifreddi,  matematico, saggista e accademico Italiano tuttora in servizio e in continuazione al centro dell’attenzione della stampa, date le sue grandi doti critiche e le sue più famose citazioni in ambito matematico-filosofico.


maggiori informazioni sulla vita del matematico possono essere trovate sul sito:

venerdì 15 maggio 2020

La morte termica - la "fine" dello sviluppo - STEP #15

Il “rapporto sui limiti dello sviluppo”, commissionato dal Club di Roma, un'associazione di industriali, scienziati e giornalisti che, basandosi su (primitive, al tempo) simulazioni al computer, raccontavano lo stato del pianeta e delle risorse, della popolazione umana e dei sistemi naturali. Non era un libro di previsioni, ma solo di idee, suggerimenti e allarmi su come affrontare i problemi che, presumibilmente, si sarebbe trovato di fronte il nostro pianeta nel giro di pochi anni. «Badate», dicevano gli autori, «che il pianeta è limitato, e lo sviluppo economico e soprattutto sociale non può proseguire molto a lungo senza andare a scontrarsi con i confini fisici del pianeta.» Il libro diede il via a una serie di altre analisi della situazione della Terra basate su "mondi" costruiti al computer, via via più sofisticati.

Nello scenario dei “limiti dello sviluppo” si potrebbe parlare di morte termica, che avrebbe come conseguenza l’assenza di vita nell’universo.

Lord Kelvin
L'idea fu proposta da Lord Kelvin a partire dal 1851, partendo da osservazioni di Sadi Carnot del 1824 sulla perdita di energia meccanica sotto forma di calore.
Il teorema di Nernst è un importante risultato teorico che stabilisce che l'entropia di un sistema termodinamico (isolato) alla temperatura dello zero assoluto è una costante ben definita. Il terzo principio è conseguenza teorica e matematica del secondo.
Contrapposta alla "predizione" di una morte entropica dell'universo che è derivata dal secondo principio e in un orizzonte temporale non calcolato a priori, sul terzo principio alcuni basano la ricerca e possibilità tecnica di un prolungamento indefinito della vita dei singoli mediante ibernazione alla temperatura dello zero assoluto e stato di minima entropia, finora senza esito con nessuna forma di essere vivente.
Dunque Il secondo principio della termodinamica afferma che in un sistema isolato l'entropia tende ad aumentare nel tempo in modo irreversibile. L'universo delimita il perimetro di un sistema isolato, per cui è valido il secondo principio ora enunciato: se l'universo vive per un tempo sufficientemente lungo, raggiungerà asintoticamente uno stato nel quale tutta l'energia è uniformemente distribuita in tutte le direzioni dello spazio, e non saranno più possibili processi energetici (inclusa la vita).

" The Big Freeze"
Per questo si potrebbe avere in un futuro indeterminato una saturazione di entropia e l’esaurimento di energia libera che non permetterebbe più lo sviluppo della vita.


ulteriori approfondimenti del concetto:

mercoledì 13 maggio 2020

Paziente ZERO - STEP #14

In queste ultime settimane si è parlato molto del così chiamato “paziente zero”, ossia del primo caso di Covid-19 in Europa, che avrebbe trasmesso il virus nel nostro continente in ritorno dalla Cina.
Ma chi è nello specifico costui?
Si sospetta proprio che sia un uomo di 33 anni, originario di una cittadina vicino a Monaco, in Germania, che potrebbe essere stato il primo europeo ad aver contratto l'infezione del nuovo coronavirus e ad averla inconsapevolmente trasmessa nel Vecchio continente, Italia compresa. Ad avanzare questa ipotesi sono stati diversi scienziati e medici tedeschi, che lo hanno comunicato attraverso una lettera pubblicata sul New England Journal of Medicine.


Grafico dei contatti dei successivi pazienti con il paziente zero.


Link della lettera presente nel giornale Americano:

L'informatica nella sua declinazione filosofica - STEP #13

Una delle discipline più importanti nell’ambito dell’ingegneria è l’informatica ed ogni sua declinazione nei vari settori. Quest’ultima rappresenta proprio la base per molte applicazioni elettroniche e tecnologiche che hanno un’altissima rilevanza nella nostra vita quotidiana, ormai fondamentali in quest’era.
Più nello specifico, il concetto di “zero” è uno dei due elementi che compone il linguaggio informatico, quello binario.

D’altronde, se volessimo pensare più in modo “filosofico”, in questa disciplina esiste un file che rappresenta il nulla, che si chiama /dev/null, ed uno che rappresenta lo zero, /dev/zero. Tutti i dati scritti in questi file speciali vengono eliminati, mentre la lettura da questi file restituisce un End Of File nel caso di /dev/null e un byte di valore 0 nel caso di /dev/zero.
La presenza di questi file può sembrare inutile, ma ha invece un largo utilizzo. Ad esempio grazie alla redirezione degli stream, si può mandare l'output del programma (o parte di esso) nel nulla invece che stamparlo sullo schermo. Con il seguente comando bash si cancella il file appunti.txt nel caso che esista, senza stampare in alcun caso messaggi sullo schermo (normalmente stamperebbe un messaggio di errore nel caso che il file non esista):
rm appunti.txt &>/dev/null
/dev/zero può anche essere utilizzato, in quanto fonte inesauribile di zeri, per generare un file 'pulito' di dimensione determinata. In questo esempio viene creato un file di nome bar.txt di 1 Kb i cui bytes valgono tutti 0.
#!/bin/bash
dd if=/dev/zero of=bar.txt bs=1 count=1024.